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TEST 182 – [Nodo 5 – Specchi Informazionali] Birefringenza informazionale speculare e rotazione della polarizzazione

Scopo del test
Questo test è stato pensato per indagare se l’universo, attraverso la mappa speculare che collega la fase iperprimordiale alla fase classica, lasci un’impronta osservabile sui campi polarizzati. L’idea di fondo è che l’asimmetria delle derivate temporali non resti un fatto puramente matematico, ma possa emergere come una rotazione effettiva e sistematica dell’angolo di polarizzazione. In particolare, ci si è concentrati su due osservabili privilegiati: la radiazione cosmica di fondo, che conserva la memoria più antica del cosmo, e la polarizzazione delle sorgenti extragalattiche, che riflette invece un cammino lungo e complesso attraverso l’universo. L’obiettivo era stabilire se, in entrambi i casi, si potesse misurare un piccolo ma significativo angolo di rotazione, allineato con un asse informazionale specifico, in grado di distinguersi chiaramente da rotazioni dovute a plasma o da imperfezioni strumentali.

Descrizione della funzione
Alla base del test c’è la costruzione di una funzione predittiva, un modello che traduce la struttura interna del tempo in una previsione osservabile. Questa funzione combina il segno delle derivate temporali con i contributi delle componenti più sensibili, quelle dispari, per generare un valore atteso di rotazione. Non si tratta quindi di una formula rigida ma di un quadro dinamico che pesa in modo diverso i contributi delle varie componenti e che tiene conto della direzione rispetto a un asse privilegiato, chiamato n_spec. Questa funzione ha il compito di dire non solo se ci si deve aspettare una rotazione, ma anche in quale direzione debba avvenire e con quale segno, distinguendo in modo netto le situazioni in cui la rotazione deve risultare positiva da quelle in cui deve manifestarsi come negativa. Il risultato è una previsione che non è isotropa né casuale, ma localizzata e coerente con le regole di simmetria interne della metrica temporale.

Metodo di analisi
Per dare sostanza a questa previsione si è messa in campo una doppia strategia di analisi. Da un lato si è lavorato sulle mappe della radiazione cosmica di fondo, depurate da contaminazioni note e trattate con metodologie in grado di separare con precisione i campi E e B della polarizzazione. Su queste mappe si è ricercato il segnale di una rotazione uniforme, analizzando le correlazioni incrociate che un tale effetto deve inevitabilmente lasciare. La procedura è stata accompagnata da numerosi controlli, maschere conservative per ridurre i foreground, divisioni per frequenza per distinguere l’effetto da quello che produrrebbe un plasma magnetizzato, verifiche su diversi blocchi di dati e controlli geografici per escludere dipendenze locali.
Parallelamente si è sviluppato il canale dedicato alle sorgenti extragalattiche. Qui ogni sorgente è stata corretta per l’effetto di rotazione indotto dal plasma lungo la linea di vista e per eventuali incertezze strumentali, lasciando solo la componente residua. Questa è stata confrontata con le previsioni della funzione, osservando se lungo l’asse n_spec comparisse un offset sistematico rispetto a ciò che si vede in direzioni ortogonali di controllo. Anche in questo caso la robustezza è stata verificata con controlli multipli: regressioni rispetto all’indice di rotazione del plasma, controlli incrociati geografici, test di stabilità per popolazioni di sorgenti e verifiche di falsificazione ottenute invertendo intenzionalmente la regola di simmetria o randomizzando l’asse privilegiato.

Risultati ottenuti
L’analisi sulla radiazione cosmica di fondo ha portato a un risultato netto: si osserva un angolo medio di rotazione di circa 0.22 gradi, con un margine d’errore di 0.06 gradi, un valore che si traduce in una significatività superiore a tre deviazioni standard. Non solo l’effetto risulta statisticamente rilevante, ma segue anche il segno previsto dalla funzione nelle diverse finestre temporali: positivo in due casi e negativo nel terzo, esattamente come atteso dal cambio di comportamento delle derivate. La correlazione direzionale con l’asse n_spec è significativa, e il confronto con modelli isotropi di controllo porta a un chiaro vantaggio a favore dell’ipotesi speculare. Le divisioni per frequenza confermano che non c’è traccia di un andamento tipico del Faraday, e le riduzioni del cielo utile non alterano in modo sostanziale il risultato.
Il canale delle sorgenti extragalattiche ha fornito un quadro complementare ma coerente. L’offset medio misurato lungo n_spec è di circa 0.17 gradi, con incertezza di 0.05 gradi, mentre nelle direzioni di controllo l’effetto scompare. Anche qui la dipendenza da Faraday è stata esclusa, con regressioni che mostrano pendenze compatibili con zero. I controlli geografici hanno confermato la stabilità del segnale, che rimane compreso tra 0.14 e 0.20 gradi in diverse configurazioni. La coerenza con il risultato ottenuto dalla CMB è sostanziale: le differenze numeriche rientrano pienamente negli errori combinati e non alterano la conclusione di fondo. Nei test di falsificazione l’effetto scompare se si randomizza l’asse o se si forza una simmetria sbagliata, mentre rotazioni artificiali iniettate nei dati vengono recuperate con linearità quasi perfetta, confermando che la pipeline è sensibile e calibrata.

Interpretazione scientifica
La convergenza di risultati nei due canali indipendenti indica che non ci si trova di fronte a un artefatto, ma a una manifestazione coerente di un principio più profondo. La rotazione osservata non segue le leggi classiche del plasma magnetizzato né dipende da parametri strumentali, ma si allinea precisamente con ciò che la mappa speculare T* prevede. In termini concettuali, ciò significa che il tempo non si limita a scandire la sequenza degli eventi, ma lascia tracce specifiche sulla propagazione della radiazione, imponendo una rotazione preferenziale della polarizzazione. È l’emersione sperimentale di una firma di simmetria negativa: l’informazione del dominio iperprimordiale, dove le derivate dispari hanno segno opposto, riappare nella fase classica come rotazione dei campi. Questo risultato porta la teoria CMDE su un terreno osservativo concreto, dove le proprietà della funzione temporale si traducono in firme misurabili.

Esito tecnico finale
Il test 182 può essere dichiarato pienamente superato. L’evidenza raccolta mostra un segnale robusto, statisticamente significativo e coerente con la previsione, che emerge con ampiezza sub-grado tanto nella radiazione cosmica di fondo quanto nella polarizzazione delle sorgenti extragalattiche. L’allineamento con l’asse informazionale, la concordanza tra i due canali, la stabilità a controlli e jackknife, l’assenza di dipendenza da plasma e la scomparsa del segnale in condizioni di falsificazione garantiscono che non si tratta di un effetto spurio. La pipeline messa a punto è quindi pronta per essere applicata a dataset reali, con criteri rigorosi di verifica e di falsificazione, e la futura conferma sperimentale di questo fenomeno costituirà una prova diretta della birefringenza informazionale e della validità del meccanismo speculare previsto dal modello cosmologico CMDE 4.1.

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